Perché i tassi d’interesse salgono quando l’inflazione è elevata?

Perché i tassi d'interesse salgono quando l'inflazione è elevata

A partire dalla seconda metà del 2021, in Italia e nel resto d’Europa abbiamo assistito ad un fenomeno macroeconomico che non vedevamo da decenni: l’inflazione elevata e persistente. Per riportare l’inflazione sotto controllo, la Banca Centrale Europea ha diversi strumenti a sua disposizione, tra cui il principale è il controllo dei tassi d’interesse.

In questo articolo andremo a scoprire qual è la relazione tra tassi d’interesse ed inflazione e perché all’aumentare dei primi la seconda tende a diminuire.

L’obiettivo della Banca Centrale Europea

L’obiettivo finale della Banca Centrale Europea (BCE) è raggiungere un tasso di inflazione di circa il 2%. In altre parole, la BCE vuole garantire la stabilità dei prezzi.

L’origine di questo obiettivo è da ricercarsi nella teoria macroeconomica, che solitamente reputa la politica monetaria inefficace per raggiungere obiettivi di crescita e di occupazione. Poiché la politica monetaria può dunque influenzare solamente il livello dei prezzi, il miglior contributo che una banca centrale può dare al benessere economico e alle prospettive di crescita dell’economia è quello di garantire la stabilità dei prezzi. In questo modo, la banca centrale promuove lo sviluppo economico di lungo periodo incoraggiando gli investimenti e contribuisce indirettamente alla crescita dell’Europa.

Gli strumenti a disposizione della BCE per controllare l’inflazione

Al fine di conseguire il proprio obiettivo finale, cioè raggiungere un tasso di inflazione inferiore ma prossimo al 2%, la Banca Centrale Europea controlla i tassi d’interesse a breve termine nel mercato interbancario. Infatti, la banca centrale non può manipolare direttamente il prezzo di beni e servizi. Deve dunque selezionare un obiettivo operativo che le permetta di influenzare i prezzi indirettamente. L’obiettivo operativo della BCE è il tasso d’interesse a breve termine nel mercato interbancario.

Questo tasso viene influenzato utilizzando vari strumenti a disposizione della banca centrale, come ad esempio:

  • Le standing facilities, strumento con cui la BCE fornisce o assorbe liquidità dalle banche con scadenza overnight;
  • Le operazioni di mercato aperto, con cui la BCE mette in atto la propria politica monetaria, fornendo liquidità con scadenza solitamente settimanale attraverso le main refinancing operations (MRO);
  • L’obbligo di riserva per le banche, per garantire la loro stabilità.

Qual è la relazione tra tassi d’interesse ed inflazione?

Come fa la BCE a influenzare la stabilità dei prezzi aumentando o diminuendo i tassi d’interesse? Per rispondere a questa domanda bisogna comprendere la relazione tra tassi d’interesse ed inflazione.

Facciamo un esempio semplice per capire.

  1. Quando i tassi d’interesse sono bassi, prendere in prestito del denaro costa poco;
  2. Questo invoglia cittadini ed imprese a spendere di più e ad aumentare le loro attività economiche;
  3. La maggiore spesa comporta un aumento nel consumo di beni. Dato che la produzione di beni è limitata, quando la domanda aumenta il prezzo sale;
  4. L’aumento dei prezzi viene misurato con il tasso d’inflazione. Per riportare l’inflazione al tasso obiettivo del 2%, la BCE alza i tassi d’interesse;
  5. Quando i tassi d’interesse salgono, imprese e cittadini prendono in prestito meno denaro, dato che il suo costo è maggiore;
  6. Meno denaro in circolazione comporta una riduzione dei consumi;
  7. Quando i consumi diminuiscono i prezzi si stabilizzano, riportando l’inflazione sotto controllo.

Chiaramente, questo è un esempio estremamente semplificato. Nella realtà, ci sono tante altre variabili che vengono influenzate da un cambiamento dei tassi d’interesse. Una tra queste è il tasso di disoccupazione. Infatti, come abbiamo detto quando gli interessi aumentano l’attività economica si riduce e quindi anche l’occupazione ne risente. Questo è uno dei motivi per cui la BCE è sempre cauta quando si tratta di modificare la sua politica monetaria.

Le cause dell’inflazione elevata nel dopo Covid

Gli anni del Covid sono stati un periodo molto particolare, anche dal punto di vista economico. Dall’oggi al domani ci siamo ritrovati a trascorrere molto più tempo tra le mura domestiche e questo ha cambiato drasticamente i consumi. Alcuni settori ne hanno beneficiato (l’e-commerce su tutti) mentre altri hanno sofferto.

L’inflazione del post-Covid è stata causata in parte da un aumento della domanda per alcuni beni, ma soprattutto dalla diminuzione dell’offerta a causa della minore produzione industriale durante i lockdown. Infatti, per limitare i contagi ci sono stati periodi di chiusura totale di alcune attività produttive, come ad esempio le fabbriche di microchip in Cina. Un calo dell’offerta ha lo stesso effetto sui prezzi rispetto ad un aumento della domanda: li fa salire.

Come se tutto ciò non bastasse, la spirale inflazionistica si è aggravata ad inizio 2022 a causa della guerra in Ucraina. Infatti, l’Ucraina è uno tra i primi paesi esportatori di materie prime come orzo, grano e mais. Da quando la guerra è iniziata, la produzione e l’esportazione di questi beni si è ridotta drasticamente. La Russia, invece, è il principale fornitore europeo di gas naturale, il prezzo del quale è più che raddoppiato nei mesi successivi all’invasione.

Tutto questo sembra aver creato una “tempesta perfetta”, dalla quale la BCE sta cercando di venire fuori riportando l’inflazione al tasso obiettivo del 2%.

Le azioni della BCE per rallentare l’inflazione

Dopo mesi di attesa e dopo aver osservato attentamente le azioni della Federal Reserve negli Stati Uniti, a luglio 2022 la BCE decise di alzare i tassi dello 0,5% (precedentemente erano a 0%) per porre dei freni all’inflazione galoppante. Nei mesi successivi i tassi hanno continuato a salire, arrivando al 2,5% a fine 2022.

Tutto questo ha un impatto sull’economia reale, dato che le banche andranno ad applicare tassi d’interesse più elevati sui mutui, come spiegato in precedenza.

Quali possono essere gli effetti collaterali di un aumento dei tassi d’interesse?

Uno degli aspetti che rende lo studio dell’economia affascinante è che ogni cambiamento di una variabile ha tantissime conseguenze su altre variabili. La bravura degli economisti sta nel comprendere gli effetti desiderati ed indesiderati delle azioni macroeconomiche.

Come abbiamo detto, aumentando i tassi la BCE fa rallentare l’economia e aumentare la disoccupazione. Se i tassi salgono troppo o troppo in fretta, si rischia di mettere l’economia in recessione, situazione non desiderabile ma talvolta necessaria per rimettere l’inflazione a posto. Lo scenario peggiore in cui ci si può trovare è la “stagflazione”, ovvero una situazione in cui l’inflazione è elevata e l’economia è in recessione.