Inflazione

In breve:

  • L’inflazione è il tasso a cui il livello dei prezzi di un paniere di beni e servizi aumenta in un certo periodo di tempo.
  • Un’inflazione elevata non porta benefici all’economia.
  • In alcuni momenti storici, l’inflazione è stata persino superiore al 50% al mese. Questo vuol dire che se oggi un litro di latte costa €2, fra un mese un litro di latte costerà più di €3! Questo fenomeno viene chiamato iperinflazione.

Cos’è l’inflazione?

L’inflazione è il tasso al quale il livello dei prezzi di un paniere di beni e servizi aumenta in un certo periodo di tempo. Spesso espressa in percentuale, l’inflazione indica dunque una diminuzione del potere d’acquisto della moneta di una nazione. Il contrario dell’inflazione è la deflazione, che si verifica quando i prezzi invece diminuiscono.

Come si misura l’inflazione?

Per misurare l’inflazione, bisogna prima definire un insieme di beni, detto paniere, che deve essere rappresentativo dei consumi delle famiglie. Una volta individuati questi beni, si calcola il costo del paniere, ad esempio €1.000. Il mese successivo si ricalcola questo costo. L’inflazione non è altro che il cambio percentuale del costo del paniere.

Siccome i consumi delle famiglie variano nel tempo (dato che nuovi prodotti vengono immessi sul mercato), anche la composizione del paniere cambia periodicamente: per esempio, nel 2020, sono entrati nel paniere costruito dall’Istat le auto elettriche e la consegna di pasti a domicilio, senza che nessun prodotto venisse rimosso dal paniere.

Le conseguenze di un elevato tasso d’inflazione

Nel mondo moderno, l’inflazione viene spesso presentata come un qualcosa di negativo. Ad esempio, l’obiettivo principale della Banca Centrale Europea è il mantenimento di un tasso di inflazione di poco inferiore al 2%. Vi sono vari motivi per cui un’inflazione elevata non porta benefici all’economia. Ad esempio, se l’inflazione aumenta:

  • I creditori richiedono tassi più alti.
  • Gli agenti economici compiono scelte inefficienti (compro oggi, perché domani costerà troppo).
  • Avviene il cosiddetto “drenaggio fiscale”, cioè si pagano aliquote maggiori a parità di reddito reale.
  • Vengono sfavoriti coloro che hanno redditi fissi (ad esempio i dipendenti pubblici) e favoriti invece coloro che hanno redditi flessibili (ad esempio le Partite Iva).

L’iperinflazione

Si definisce iperinflazione un tasso di inflazione superiore al 50% al mese. Per quanto possa sembrare impossibile, ciò e accaduto in molti periodi nella storia dell’umanità, come ad esempio, nell’Impero Romano, nella Repubblica di Weimar e più recentemente in Zimbabwe negli anni 2000.

L’iperinflazione è causata da un eccesso di moneta stampata dalla banca centrale. Si tratta di un circolo vizioso: le casse dello stato sono vuote, quindi la banca centrale stampa altri soldi, ma questi soldi aumentano l’inflazione e peggiorano ulteriormente il problema fiscale dello stato.

Gli economisti ritengono che tali fenomeni estremi di inflazione abbiano costi molto alti. I lati negativi dell’inflazione, descritti in precedenza, vengono amplificati in caso di iperinflazione.

Inoltre, ad un certo punto i costi dell’iperinflazione diventano intollerabili e si passa al baratto o all’utilizzo di valute estere. In caso di iperinflazione, l’unica soluzione è ridurre la spesa pubblica e aumentare le tasse.