Cos’è il single rulebook?

commissione europea

Il single rulebook, o codice unico europeo, è la base dell’unione bancaria. Il single rulebook è composto da tre pilastri fondamentali: requisiti patrimoniali, sistemi di garanzia dei depositi e gestione delle crisi bancarie.

L’unione bancaria e il single rulebook 

Da un punto di vista pratico, l’unione bancaria europea può essere vista come il trasferimento di competenze nel campo della vigilanza sulle banche dalle autorità nazionali ad autorità europee. Questo processo, cominciato su iniziativa del Consiglio Europeo, è iniziato nel giugno del 2009, poco dopo la grande crisi che ha messo in mostra la debolezza delle banche italiane e di altri paesi UE. 

Al fine di garantire che tutte le banche europee rispettino lo stesso insieme di regole, le autorità continentali hanno sviluppato un single rulebook, cioè un sistema armonizzato di regole prudenziali. Questo single rulebook si basa su tre principi fondamentali, che andremo a vedere più nel dettaglio:

  • requisiti patrimoniali per gli intermediari finanziari;
  • sistemi di garanzia dei depositi;
  • ed infine la prevenzione e la gestione dei dissesti bancari.

Requisiti patrimoniali per gli intermediari finanziari

Durante la crisi finanziaria vissuta fra il 2008 e il 2009, tantissimi istituti di credito (come ad esempio Unicredit) persero molto valore sui mercati azionari ed alcune banche si trovarono persino vicine a fare default. 

Come fare sì che questa situazione non si ripeta in futuro? Le norme dell’Unione Europea sui requisiti patrimoniali delle banche sono state create proprio per migliorare la capacità del settore bancario di resistere alle crisi finanziarie. In termini molto semplici, l’Europa chiede alle banche di mettere da parte capitale sufficiente per coprire perdite inattese, al fine di poter rimanere solvibili durante situazioni di crisi. 

Quanto capitale serve? In linea di principio, l’importo necessario dipende da quanto sono rischiose le attività della banca. Ad esempio, prestare soldi allo stato tedesco sarà tendenzialmente meno rischioso che prestarli ad una piccola startup. Quanto più le attività della banca sono rischiose, tanto più la banca dovrà accantonare del capitale per fare fronte a questi rischi. In altre parole, le attività della banca vengono ponderate in base al loro rispettivo livello di rischio.

Al momento, le regole europee prevedono che le banche detengano capitale pari almeno all’8% delle loro attività ponderate per il rischio. Di questo capitale, più della metà (il 4,5%) deve essere capitale di qualità elevatissima (anche noto come capitale primario di classe 1 o capitale tier 1). Inoltre, con il passare del tempo, la UE ha introdotto altre misure prudenziali, come ad esempio:

  • una riserva di capitale anticiclica, da accumulare durante periodi di crescita economica;
  • una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico, che può essere imposta da uno stato membro dell’UE a una banca particolarmente importante per quello stato membro;
  • una riserva per gli enti a rilevanza sistemica globale, che rappresenta un ulteriore requisito per gli istituti che sono considerati “too big to fail” a livello comunitario.

Sistemi di garanzia dei depositi

Un altro dei grandi rischi legati al settore finanziario è quello di una bank run, cioè di una corsa agli sportelli per prelevare i propri soldi depositati in una banca che sta attraversando un periodo di difficoltà. Alcuni esempi di banche che hanno subito bank run recentemente sono la britannica Northern Rock nel 2008 e l’istituto di credito spagnolo Bankia nel 2012.

Dato che le banche reinvestono i risparmi dei correntisti, i livelli di contante a disposizione di qualunque istituto di credito non sono sufficienti a far fronte a una bank run di grandi dimensioni. Per questo motivo, gli enti regolatori europei hanno cercato di prevenire il panico fra i risparmiatori grazie a sistemi di garanzia dei depositi che prevedono il rimborso dei depositanti (fino a €100.000) qualora la loro banca sia in dissesto e i loro risparmi diventino indisponibili.

Al fine di garantire la stabilità finanziaria complessiva nel mercato unico, i risparmiatori dovrebbero essere rimborsati entro pochissimi giorni lavorativi (fra i 7 e i 20 a seconda delle regole in vigore).

Prevenzione e gestione dei dissesti bancari 

Il terzo ed ultimo pilastro del single rulebook, o codice unico europeo, consiste nella prevenzione e nella gestione dei dissesti bancari. Che cosa vuole dire? Fondamentalmente, le autorità nazionali dell’Unione Europea (come, ad esempio, Banca d’Italia) cercano di affrontare le crisi degli intermediari finanziari in tre modi:

  • con la prevenzione;
  • con formule di intervento precoce;
  • ed infine con la risoluzione delle banche.

La prevenzione dei dissesti bancari è responsabilità sia delle banche che delle autorità nazionali. Da un lato, le banche europee devono avere piani di risanamento aggiornati su base annua. Dall’altro lato, le autorità nazionali devono avere dei piani di risoluzione specifici per ciascuna banca, in cui sono descritte le azioni da effettuare in caso di crisi della banca. Infine, ciascuno stato europeo deve creare un fondo di risoluzione nazionale che possa essere utilizzato per aiutare gli istituti di credito in caso di dissesto.

Pe quanto riguarda l’intervento precoce, le autorità hanno il diritto di intervenire in maniera preventiva, richiedendo l’attuazione di riforme urgenti, un nuovo piano di risanamento, oppure nominando un amministratore straordinario.

Infine, se l’istituto di credito si dovesse trovare in una vera e propria crisi ed il piano di risoluzione venisse ritenuto insufficiente, le autorità nazionali hanno il potere di attivare misure molto concrete, come il bail-in (cioè la conversione di debito in azioni), la creazione di una bad bank, oppure la vendita di una parte delle attività della banca.