I villaggi e le città in cui abitiamo sono sempre stati parte di un sistema più ampio, che ora ha assunto una dimensione globale. Oggi, viviamo in un mondo in cui i Paesi sono economicamente e politicamente interdipendenti. Ma come siamo arrivati a questo punto? In questo articolo, ci concentreremo soprattutto sull’economia moderna (grossomodo dalla scoperta dell’America in poi).
La storia del mondo secondo Braudel
Come detto, le comunità locali sono sempre più interconnesse all’interno di sistemi regionali, nazionali e globali.
La teoria del sistema-mondo è nata con il lavoro dello storico francese Fernand Braudel, morto nel 1985. Secondo Braudel, la società è costituita da parti interdipendenti che insieme formano un sistema. La società è a sua volta un sottosistema di un sistema più ampio, e così via fino ad arrivare al sistema-mondo, il sistema più grande di tutti. In altre parole, tutte le nazioni del mondo fanno parte di un sistema più ampio, caratterizzato da differenze di ricchezza e di potere. L’economia mondiale si basa sulla produzione e la vendita di beni e servizi al fine di massimizzare i profitti. Questo sistema-mondo, basato sul capitalismo, esiste almeno dal 1492, quando l’Europa stabilì un contatto permanente con le Americhe. L’economia del mondo antico e della preistoria era molto diversa.
Braudel distingue i paesi in tre tipi:
- I Paesi più ricchi e potenti costituiscono il nucleo centrale.
- Tra il nucleo e la periferia si trova la semiperiferia.
- La periferia è costituita dai Paesi più poveri e vulnerabili del mondo. La periferia produce principalmente materie prime, prodotti agricoli e manodopera, esportandoli verso il nucleo e la semiperiferia.
La rivoluzione industriale
Oltre alla scoperta dell’America, un altro passo fondamentale per lo sviluppo dell’economia mondiale è rappresentato dalla rivoluzione industriale, partita dall’Inghilterra.
Con l’industrializzazione, la popolazione britannica iniziò a crescere rapidamente, raddoppiando nel XVII secolo e raddoppiando nuovamente tra il 1800 e il 1850. Questa esplosione demografica fece aumentare i consumi, ma gli imprenditori britannici non riuscirono a soddisfare la crescente domanda con i metodi di produzione tradizionali. Questo diede ulteriore spinta al cambiamento tecnologico. I cambiamenti socioeconomici legati all’industrializzazione sono molteplici. Il prodotto interno lordo (PIL) britannico triplicò tra il 1700 e il 1815 e aumentò di ben trenta volte tra il 1700 e il 1939.
Secondo Karl Marx, l’industrializzazione ha accelerato la separazione dei lavoratori dai mezzi di produzione e incoraggiato la migrazione dalle campagne verso le città.
Il colonialismo
Con il termine colonialismo ci si riferisce alla dominazione politica, sociale, economica e culturale di una potenza straniera su un altro territorio e sulla sua popolazione. Le potenze coloniali mantengono una presenza nel territorio che controllano (i cosiddetti coloni).
Sebbene la colonizzazione sia una pratica antica (pensiamo ad esempio alla Magna Grecia), la situazione odierna del mondo è stata influenzata soprattutto da un colonialismo più moderno. In particolare, la colonizzazione europea ha avuto due fasi principali. La prima, verso le Americhe e l’Estremo Oriente, iniziò nel 1492 e durò fino al 1825. La seconda durò dal 1850 al 1950. Intorno al 1914 gli imperi britannico e francese raggiunsero il loro apice, con gli imperi europei che controllavano l’85% del globo.
A farla da padrone erano soprattutto Gran Bretagna e Francia. L’Impero britannico raggiunse la sua massima espansione subito prima della Prima guerra mondiale, occupando un quinto della superficie mondiale e controllando un quarto della popolazione mondiale. Il colonialismo francese ebbe due fasi: nella prima fase, iniziata con le esplorazioni nel 1600, la Francia ottenne il Canada, la Louisiana, i Caraibi e parte dell’India, ma perse la maggior parte di questi territori a favore della Gran Bretagna nel 1763. Nella seconda fase, tra il 1830 e il 1870, fu istituito l’Impero francese, con uno Stato, una Chiesa e un esercito, e protettorati in Algeria, Indocina, Tunisia e Marocco. La Francia cercò di introdurre la cultura, la lingua e la religione francese nelle sue colonie e dominò indirettamente le colonie con imponenti strutture politiche, soprattutto in Africa. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Impero francese cominciò a disintegrarsi.
L’interventismo del mondo occidentale
Durante la rivoluzione industriale, l’opinione prevalente era che l’industrializzazione fosse un processo benefico per lo sviluppo e il progresso umano. Eppure, l’uomo moderno guarda con rimorso (e magari anche un po’ di vergogna) ai processi di colonizzazione che hanno esportato l’industrializzazione dall’Europa al resto del mondo.
Oggi, la maggior parte dei paesi sono industrializzati, ma un altro fenomeno sta passando lentamente dai paesi più ricchi a quelli più poveri. Si tratta del neoliberismo, cioè la forma moderna del liberismo economico la cui Bibbia è rappresentata da La ricchezza delle nazioni, scritto da Adam Smith nel 1776. In maniera molto generale, il neoliberismo sostiene che il libero mercato è un mezzo più efficace degli interventi governativi. Magari, un giorno, anche il neoliberismo moderno verrà guardato con qualche rimorso.
Il comunismo e il socialismo
Oltre al capitalismo, altri metodi di governo sono stati tentati con più o meno successo. I più famosi sono senza dubbio il comunismo e il socialismo. Il comunismo è un movimento o una dottrina politica che mira a rovesciare il capitalismo e a stabilire una forma di governo comunista, cioè un sistema sociale in cui la proprietà appartiene alla comunità e le persone lavorano per il bene comune. Il socialismo è un sistema economico in cui i mezzi di produzione sono posseduti e controllati dallo Stato e non da individui o da imprese.
Il comunismo ha raggiunto il suo apice tra il 1949 e il 1989, quando è crollato il muro di Berlino. L’Unione Sovietica è crollata nel 1991. Negli ultimi decenni, i paesi di influenza sovietica hanno cominciato a adottare politiche economiche più vicine al neoliberismo (il piccolo stato dell’Estonia, che si affaccia sul Mar Baltico, ne è un ottimo esempio).
Il sistema-mondo oggi
Cosa direbbe Braudel sul sistema-mondo attuale, se fosse ancora vivo oggi? Sicuramente, evidenzierebbe l’egemonia americana. Gli Stati Uniti sono stati una potenza mondiale almeno partire dal ventesimo secolo ed hanno grandemente contribuito alla globalizzazione della cultura e dell’economia. Siamo sempre più interconnessi: mangiamo gli stessi cibi, ci vestiamo in modi simili, ascoltiamo la stessa musica, eppure viviamo a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. Anche le nostre economie sono sempre più simili (e sempre più incentrate sui servizi) ed interconnesse. È utile ricordare l’esempio dell’Italia: come noto, l’economia italiana non si è più ripresa dalla crisi dei primi anni 2000, iniziata con una bolla speculativa nel mercato immobiliare americano.
Ti potrebbero interessare anche:
- Ray Dalio e i suoi principi per…
- Economia e lavoro nella preistoria
- A.P. Giannini, l’italo-americano che…
- Le conseguenze dello sviluppo…
- Cos'è il single rulebook?
- I 10 migliori film sull'economia
- Come si diventa Cavalieri del Lavoro…
- Fair play finanziario: come funziona…
- Quanto è grande l’economia italiana?