Psicologia e rapporto con il denaro

problemi di soldi

Ogni giorno della nostra vita da adulti, dobbiamo confrontarci con il nostro rapporto con il denaro: vediamo insieme quali spunti offre la psicologia su questo tema.

Molto spesso, quando si parla di soldi, di economia e di finanza, si tende a concentrarsi su aspetti oggettivi, basati su numeri e formule. È però innegabile che il nostro rapporto con i soldi sia forgiato anche dal nostro subconscio. Ad esempio, nel best-seller La psicologia dei soldi, l’autore Morgan Housel esamina in 19 brevi racconti la complicata relazione fra ricchezza, avidità e felicità.

Il mondo della psicologia si è molto interessato a questi temi. D’altronde, i soldi ricoprono un ruolo fondamentale all’interno del nostro sistema capitalistico e anche il mondo accademico riconosce l’importanza dell’economia comportamentale, cioè di come il subconscio influenzi le nostre decisioni nel mondo reale. In questo articolo, prendiamo spunto dalle teorie del Professore di psicologia Adrian Furnham, presentando undici identità che possono caratterizzare la relazione di un individuo con il denaro.

Il denaro come fonte di sicurezza

Alcune persone vedono il denaro come se fosse un salvagente emotivo che gli consente di ridurre i propri livelli di ansia.

Nel dettaglio, Housel identifica quattro tratti che hanno in comune il percepire i soldi come una fonte di sicurezza personale:

  • I risparmiatori compulsivi, per i quale i soldi risparmiati non saranno mai abbastanza, dato che l’atto di risparmiare denaro rappresenta una ricompensa.
  • I rinunciatari, che risparmiano per rallegrarsi della propria abnegazione (cioè del proprio spirito di sacrificio). Secondo la psicoanalisi, questo comportamento potrebbe persino essere motivato da invidia e risentimento verso i segmenti più benestanti della società.
  • I cacciatori di occasioni, che mettono via i soldi in attesa dell’occasione perfetta, dell’affare della vita. Queste persone traggono grande gioia dal sentirsi più intelligenti degli altri, sia di quelli che vendono a prezzi bassi, sia di coloro i quali comprano a prezzi normali, senza attendere che il prezzo scenda vertiginosamente.     
  • I collezionisti compulsivi, che accumulano oggetti di ogni tipo (persino cose senza valore), convinti che saranno fonte di affetto e di felicità. Si tratta – in termini tecnici – del disturbo da accumulo, patologia di cui possono soffrire non solo persone anziane ed isolate, ma anche veri e propri miti della cultura pop, come ad esempio Andy Warhol

Il denaro e l’amore

Ci sono delle persone che vedono i soldi come un mezzo per acquistare l’affetto e la fedeltà degli altri. 

Housel distingue questi tre profili:

  • I compratori d’amore, cioè i molti che cercano di usare i soldi per comprare amore e devozione. Questi personaggi, spesso uomini, si sentono poco amati e cercano di evitare sensazioni negative tramite la loro generosità verso le altre persone.
  • I venditori d’amore, pronti a promettere il proprio affetto e il proprio rispetto a chiunque voglia gonfiare il loro ego riempiendoli di soldi, di regali e di attenzioni.
  • I ladri d’amore, che vogliono affetto, ma non si sentono di meritarlo. Queste persone, tendenzialmente cleptomani, cercano di impossessarsi di oggetti che hanno un valore simbolico per gli altri. A volte, il rapporto di una persona con i soldi può diventare così deviato da portare alcuni psicologi a studiare delle vere e proprie malattie legate al denaro.

Il denaro e la libertà

Un terzo gruppo di persone tende a vedere il denaro come fonte di libertà. In altre parole, i soldi consentono di avere tempo libero per divertirsi e fare le cose che ci piacciono di più. Questo concetto è stato espresso più volte anche in ambito letterario e sociologico, ad esempio dalla celebre e controversa scrittrice e filosofa Ayn Rand.

In particolare, ci sono due esempi di persone che hanno a che fare con il tema affrontato dalla scrittrice statunitense di origine russa:

  • I compratori di libertà, i quali cercano di scappare da qualunque cosa metta in pericolo la loro indipendenza, come ad esempio ordini, superiori, e persino suggerimenti amichevoli. I compratori di libertà spesso tendono ad avere paura ad aprirsi alle altre persone, dato che vogliono in primis essere indipendenti, piuttosto che sentirsi amati.
  • I combattenti per la libertà, che considerano i soldi e il materialismo la causa della schiavitù (fortunatamente spesso simbolica) delle masse. Si tratta spesso di personaggi radicali, emarginati o tecnocrati. Il disprezzo per il denaro gli consente di ottenere un certo senso di appartenenza ad un gruppo (pur minoritario). Spesso hanno un’attitudine passivo-aggressiva.

Il denaro come fonte di potere

Infine, c’è il classico rapporto fra soldi e potere, che vede il denaro come mezzo per diventare importanti ed esercitare la propria influenza sulle altre persone.

Andiamo a vedere di chi si tratta:

  • I manipolatori, che usano i propri soldi per sfogare le proprie frustrazioni, sfruttando l’avidità altrui.
  • Gli imperatori, i quali sembrano avere un enorme senso di indipendenza e una grande autostima. Questi tratti li portano ad avere molto successo nel mondo degli affari, spesso a discapito della propria sfera personale. Rischiano di finire ricchi, ma isolati dalle altre persone.
  • I padrini, che usano i propri soldi per sentirsi dominanti. Questi personaggi potrebbero nascondere una grande rabbia e odiano sentirsi umiliati in pubblico. Di solito attraggono persone deboli ed insicure.