Economia e lavoro nella preistoria

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La prima accelerazione nell’evoluzione dei sistemi economici risale a circa 10.000 anni fa, quando l’uomo iniziò a interferire con i cicli riproduttivi delle piante (agricoltura) e degli animali (allevamento). La produzione di cibo ha accelerato la crescita della popolazione umana e ha portato alla nascita di sistemi sociali e politici più complessi. Ma come funzionavano il lavoro e l’economia nella preistoria? Scopriamone un po’ di più in questo articolo.

Come si vive nei vari tipi di società?

L’antropologo Yehudi Cohen usa il termine “strategie di adattamento” per descrivere i sistemi di produzione economica di base che possono caratterizzare una società. Cohen sostiene che la ragione più importante per cui due società lontane fra loro si assomigliano è che si sono adattate alle condizioni dell’ambiente esterno usando strategie simili.

In particolare, a parte l’industrializzazione, che caratterizza la maggior parte delle società moderne, Cohen individua altri quattro tipi di strategie con cui una società può adattarsi all’ambiente circostante. Queste strategie sono necessariamente collegate alle attività “lavorative” che si possono intraprendere in quella società.

Andiamo a vedere quali sono le strategie identificate da Cohen:

  • Caccia e raccolta (in inglese, “foraging”), solitamente in gruppi di alcune decine di persone basati su legami di sangue o di amicizia. Questa strategia è quella che più dobbiamo tenere a mente quando parliamo di preistoria.
  • Orticoltura (coltivazione non intensiva). Nell’orticultura si usano strumenti semplici per coltivare. Spesso si pulisce il terreno, potando alberi, piantine e arbusti. Poi questi vengono bruciati così da uccidere i parassiti e produrre cenere, che fertilizza il terreno. L’orticultura è nota anche come coltivazione itinerante, perché i lavoratori si spostano da un appezzamento all’altro e non utilizzano sempre lo stesso terreno.
  • Agricoltura. Rispetto all’orticoltura, l’agricoltura presenta un maggiore impiego di manodopera, come testimoniato dall’utilizzo di bestiame, di impianti di irrigazione e di terrazzamenti. Il vantaggio principale dell’agricoltura è che le rese a lungo termine sono molto più elevate e affidabili.
  • Allevamento di animali. L’allevamento è caratterizzato da due modalità: la pastorizia nomade e il pascolo stagionale (o transumanza). Entrambi i metodi si basano sul fatto che le mandrie devono spostarsi per utilizzare determinate parti dell’area di pascolo in diversi periodi dell’anno. Con la prima strategia, tutti i membri di una società (donne, uomini e bambini) si spostano con gli animali durante l’anno. Con la seconda strategia, alcuni pastori si spostano con le mandrie, ma la maggior parte delle persone rimane nel proprio villaggio.

Quali principi regolavano l’economia nelle diverse società preistoriche?

Il principio del libero mercato (in inglese, “free market”), che si basa sulla legge della domanda e dell’offerta e sulla ricerca continua del profitto, prevale oggi in moltissime nazioni. Chiaramente, le società preistoriche non erano caratterizzate dal libero mercato, specie perché il concetto stesso di proprietà è emerso a seguito dell’invenzione dell’agricoltura, con la rivoluzione agricola del Neolitico.

L’economista Karl Polanyi ha individuato altri principi che regolano lo scambio di beni e servizi all’interno di una società.

Nella ridistribuzione, i beni vengono raccolti in un luogo centrale, ma una parte dei beni viene alla fine restituita o ridistribuita alla popolazione. La ridistribuzione si verifica di solito in società che sono già abbastanza strutturate ed in cui ci sono già dei “capi”.

La reciprocità è il sistema di scambio usato tra raccoglitori e coltivatori. Secondo Polanyi, esistono tre forme di reciprocità.

  • La reciprocità generale, in cui una persona dà a un’altra senza aspettarsi una ricompensa specifica o immediata. Questa reciprocità è normale per i raccoglitori ed è forse una delle più grandi differenze fra la società contemporanea e quella che è stata la realtà quotidiana degli esseri umani per la maggior parte della nostra esistenza come specie.
  • La reciprocità equilibrata è caratterizzata da scambi tra persone più distanti rispetto ai membri dello stesso gruppo o della stessa famiglia. È una via di mezzo fra la reciprocità generale (descritta sopra) e la reciprocità negativa (descritta sotto).
  • La reciprocità negativa, termine con cui ci si riferisce a uno scambio che può causare ostilità tra estranei. Per esempio, degli uomini che si intrufolano negli accampamenti delle tribù vicine per rubare cavalli.

Mentre questi tre principi possono coesistere, di solito una società ne sceglie uno come propria guida. Chiaramente, una società guidata dalla reciprocità generale sarà molto diversa da una in cui prevale il libero mercato.

Quanto si lavorava nella preistoria?

La società moderna ci presenta spesso una visione alquanto distorta della vita quotidiana degli uomini primitivi. In primis, dobbiamo tenere a mente che gli uomini preistorici erano pochi, vivevano in piccoli gruppi, e soprattutto abitavano in aree adatte alla loro vita. In altre parole, in zone con molte risorse naturali.

Inoltre, era molto difficile accumulare ricchezza e l’idea stessa di proprietà non era probabilmente uno dei concetti alla base della mente dell’uomo preistorico. Almeno, questo è quanto sostengono gli antropologi che studiano le società primitive che sono arrivate fino ai giorni nostri. Anche un articolo pubblicato su una delle principali riviste accademiche di economia supporta questa tesi.

Dunque, quanto lavoravano gli uomini preistorici? Chiaramente, nessuno può dirlo con certezza, ma possiamo fare alcune stime basate su società di cacciatori e raccoglitori che sono sopravvissute fino all’epoca moderna. Ad esempio, negli anni ’60 Richard Borshay Lee ha condotto un lavoro sul campo con i !Kung (non si tratta di un errore di battitura, si chiamano proprio così) nella zona di Dobe, in Botswana. Lee stesso scrive: “In totale, gli adulti del campo di Dobe lavoravano circa due giorni e mezzo alla settimana. Poiché la giornata lavorativa media era di circa sei ore, emerge il fatto che i Boscimani Kung di Dobe, nonostante l’ambiente difficile, dedicano dalle dodici alle diciannove ore alla settimana per procurarsi il cibo. Anche l’individuo più laborioso dell’accampamento […] dedicava al massimo trentadue ore alla settimana alla ricerca del cibo.

Insomma, sembra proprio che il passaggio all’agricoltura abbia costretto l’uomo a lavorare di più, come si evince anche da studi più moderni. Ad esempio, un articolo del 2019 pubblicato su Nature Human Behaviour esamina dieci campi di cacciatori-raccoglitori Agta (indigeni delle Filippine) e mostra come gli individui che si dedicano maggiormente all’agricoltura hanno meno tempo libero.

Come si regolava l’economia nelle società pre-industriali? L’esempio del potlatch

Nel mondo moderno, se un paese vive un periodo di crescita economica, la sua valuta si apprezzerà rispetto ad altri paesi in fase di contrazione economica. Questo meccanismo garantisce una sorta di equilibrio, ma non è un’invenzione moderna. D’altronde, la modernità esiste da relativamente poco tempo, magari 10.000 anni (anche meno, a seconda della definizione). I primi esemplari di homo sapiens risalgono a 200.000 o 300.000 anni fa.

L’esistenza di feste e banchetti rappresentava un importante metodo di scambio tra i villaggi delle società pre-industriali. Prendiamo ad esempio il potlatch, una festa tipica delle popolazioni insediate nella costa nord-ovest del continente americano. Storicamente, il potlatch era organizzato da una comunità ospitante, la quale regalava cibo e beni ai visitatori provenienti dagli altri villaggi. In cambio la comunità promotrice riceveva prestigio ed ammirazione dai visitatori.

Oltre a rappresentare un’interessante curiosità, l’esistenza del potlatch aveva una funzione redistributiva: in certi periodi, una tribù era più avvantaggiata e quindi organizzava la celebrazione e distribuiva risorse alle altre. In altri periodi, quella stessa tribù era più in difficoltà e quindi andava come visitatrice alla celebrazione organizzata da altri. In questo modo si uniformava la disponibilità di risorse nel tempo.