Come scegliere un fondo pensione: fondi chiusi, fondi aperti e PIP

Come scegliere un fondo pensione: fondi chiusi, fondi aperti e PIP

I fondi pensione fanno parte della previdenza complementare. Essendo una forma pensionistica integrativa, l’adesione ad un fondo pensione è facoltativa.

Contribuire ad un fondo pensione permette non solo di integrare la propria pensione statale, ma anche di affrontare eventuali imprevisti (spese sanitarie, ristrutturazione prima casa, disoccupazione) con più serenità. Come vedremo più avanti, lo stato riconosce delle agevolazioni fiscali a chi aderisce alla previdenza integrativa.

Ci sono quattro tipologie di fondi pensione: fondi chiusi di origine “negoziale”, fondi aperti, piani individuali pensionistici (PIP) e fondi preesistenti. In questo articolo andremo ad analizzare le caratteristiche delle prime tre tipologie.

Cosa sono i fondi pensione

Fondi chiusi di origine “negoziale”: chiamati anche fondi negoziali, vengono istituiti da sindacati e datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale. Vengono chiamati “chiusi” in quanto l’adesione a questi fondi è consentita soltanto ad alcune categorie di lavoratori. I fondi chiusi sono enti giuridicamente autonomi, distinti dai soggetti promotori.

Fondi aperti: sono istituiti direttamente da intermediari finanziari, come ad esempio banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). A differenza dei fondi chiusi, possono essere attivati da chiunque a prescindere dalla propria occupazione. Inoltre, la sottoscrizione è consentita sia a livello individuale (quando il lavoratore si rivolge direttamente alla società istitutrice per iscriversi al fondo) che collettivo (quando il lavoratore apre il fondo tramite il proprio datore di lavoro). Il patrimonio dei fondi aperti è separato da quello della società che li ha emessi e non può essere utilizzato per estinguere eventuali debiti della società stessa.

Piani individuali pensionistici (PIP): sono contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale a cui può aderire chiunque. Il ramo assicurativo di riferimento può essere il ramo I (le polizze tradizionali) o il ramo III (le polizze Unit-linked). Mentre la rendita delle polizze tradizionali è prestabilita, la rendita delle polizze Unit-linked dipende dalla prestazione di un fondo d’investimenti a cui sono collegate. Anche per i PIP vale quanto detto per i fondi aperti: il loro patrimonio è separato da quello della società istitutrice.

Chi può aderire

Fondi chiusi: l’adesione è consentita esclusivamente su base collettiva. Può aderirvi solamente chi appartiene a determinate categorie lavorative, come ad esempio:

  • Dipendenti del settore privato appartenenti a certe categorie (ad esempio metalmeccanici e lavoratori settore edile)
  • Dipendenti del settore pubblico (ad esempio scuola ed enti locali)
  • Lavoratori autonomi e liberi professionisti

Per sapere se si fa parte di una delle categorie “autorizzate” ci si può rivolgere al proprio datore di lavoro o al sindacato di appartenenza. Alcuni fondi chiusi danno anche l’opportunità di iscrivere i familiari fiscalmente a carico.

Fondi aperti: chiunque può aderire ad un fondo aperto su base individuale, anche chi non svolge alcuna attività lavorativa. I dipendenti del settore privato possono aderire anche su base collettiva (qualora fossero presenti accordi collettivi). I fondi aperti permettono di iscrivere i familiari fiscalmente a carico.

PIP: chiunque può aderire ai PIP e l’adesione si effettua solo su base individuale. Alcuni PIP prevedono l’iscrizione di familiari fiscalmente a carico.

Come scegliere un fondo

Non esiste un fondo adatto a tutti. La scelta dipende da molti fattori, tra cui la propria propensione al rischio ed il numero di anni che separano dalla pensione. Esistono quattro “linee di investimento”, che si differenziano in base agli strumenti finanziari acquistati. La strategia di ciascun fondo segue una di queste quattro linee:

  • Garantite: offrono un rendimento minimo garantito
  • Obbligazionarie: investono esclusivamente in titoli obbligazionari
  • Bilanciate: investono in azioni ed obbligazioni in percentuali simili
  • Azionarie: investono solo o principalmente in titoli azionari

Ad ogni linea di investimento corrisponde un profilo rischio/rendimento diverso. Ad esempio, in un periodo medio lungo ci si può aspettare che un fondo pensione con una linea di investimento azionaria abbia un rendimento superiore rispetto ad un fondo garantito, ma la volatilità del prezzo del fondo azionario sarà probabilmente maggiore.

In linea di massima, maggiore è il numero di anni che ci separa dalla pensione, maggiore è il rischio che possiamo tollerare. Facciamo un esempio per far capire meglio cosa si intende: nel 2006 Giovanni e Beatrice decidono di iscriversi ad un fondo pensione aperto azionario. Il fondo investe in azioni Statunitensi. Giovanni è giovane e ha un orizzonte temporale lungo, mentre Beatrice andrà in pensione nell’estate del 2009. A fine 2008 la borsa americana crolla e Beatrice vede evaporare gran parte dei suoi risparmi, proprio nel momento in cui si stava preparando per goderseli. Giovanni invece non si preoccupa eccessivamente, perché andrà in pensione vent’anni dopo. Ad inizio 2021 – circa dodici anni dopo la crisi finanziaria – il valore dell’S&P500 è del 400% maggiore rispetto al punto più basso toccato nel 2009.

Come aprire un fondo pensione

Fondi chiusi: attraverso il proprio datore di lavoro, il sindacato di riferimento o l’ente che ha emesso il fondo. Per alcune categorie di lavoratori l’iscrizione avviene in modalità tacita.

Fondi aperti: tramite il sito internet o una filiale della società che ha istituito il fondo. Nel caso di adesione collettiva si può aderire anche attraverso il proprio datore di lavoro.

PIP: tramite il sito internet o una filiale della società di assicurazione che ha istituito il PIP.

Contribuire al fondo pensione

La contribuzione ad un fondo pensione avviene attraverso versamenti periodici volontari.

Inoltre, i lavoratori dipendenti possono ricevere una contribuzione da parte del datore di lavoro (solo se versano il proprio contributo), nonché versare il TFR.

L’importo dei versamenti e la scelta del fondo possono essere modificati anche dopo l’adesione.

Le agevolazioni fiscali dei fondi pensione

Il regime fiscale dei fondi pensione prevede dei vantaggi assenti negli altri tipi di risparmio:

  • Contributi: i contributi versati al fondo sono deducibili dal proprio reddito IRPEF fino ad un limite massimo di €5.164,57 l’anno. Questo permette di abbassare il proprio reddito imponibile e quindi pagare meno tasse. Rientrano in questo limite massimo di contribuzione anche gli eventuali versamenti effettuati a favore di familiari fiscalmente a carico, mentre non ne fanno parte gli eventuali versamenti del proprio TFR.
  • Rendimenti: i rendimenti maturati sono tassati con un’aliquota massima del 20%. In confronto, la maggior parte delle altre forme di risparmio finanziario è tassata al 26%.
  • Capitale: nella fase delle prestazioni, o rendite, il capitale in precedenza contribuito viene tassato con un’aliquota agevolata che varia tra il 9% e il 15% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare.
  • Anticipazioni e riscatti: le anticipazioni ed i riscatti per far fronte ad alcuni tipi di eventi (spese sanitarie straordinarie, invalidità permanente, etc.) sono tassati con un’aliquota agevolata che varia tra il 9% e il 15% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare. Le anticipazioni ed i riscatti per altri tipi di richieste sono tassati al 23%.

Costi di gestione di un fondo pensione

Prima di aderire ad un fondo pensione è importante accertarsi dei relativi costi di gestione. Il sito COVIP fornisce un comparatore dei costi di gestione dei fondi pensione, dove viene indicato l’ISC (indicatore sintetico di costo) di ciascun fondo. L’ISC esprime il costo annuale per un iscritto ad un fondo pensione in percentuale della posizione individuale maturata. Ad esempio, se il valore del conto pensionistico di Giovanni è di €10.000 ed il fondo a cui lui ha aderito ha un ISC dello 1%, Giovanni pagherà €100 l’anno per costi di gestione.

Secondo la relazione annuale COVIP, I PIP sono la forma pensionistica complementare più onerosa: su un orizzonte temporale di dieci anni, il loro ISC è in media del 2,20% l’anno. L’ISC medio per i fondi pensione aperti è dell’1,35%, mentre risultano essere meno onerosi i fondi chiusi con un ISC dello 0,40%.

Cosa succede se cambio lavoro

Fondi chiusi: essendo legati ad un contratto collettivo e ristretti soltanto ad alcune categorie di lavoratori, in caso di cambio di lavoro si perdono i requisiti di partecipazione al fondo chiuso. Ciò significa che non sarà possibile effettuare ulteriori versamenti. In questo caso, l’iscritto ha tre opzioni:

  • Lasciare nel fondo quanto contribuito precedentemente senza poter versare ulteriori contributi.
  • Riscattare la posizione maturata richiedendo un’anticipazione. In questo caso verrà applicata un’aliquota del 23%.
  • Trasferire la posizione maturata in un altro fondo pensione. In questo caso non si sosterrà nessun onere fiscale e si potrà continuare ad effettuare nuovi versamenti.

Fondi aperti: non succede nulla in caso di cambio di lavoro. L’iscritto al fondo può continuare a partecipare e contribuire al fondo aperto indipendentemente dalla propria situazione lavorativa.

PIP: anche per i PIP vale quanto detto per i fondi aperti.

Quando si iniziano a ricevere le prestazioni

È possibile richiedere le prestazioni pensionistiche non appena si maturano i requisiti necessari per il pensionamento, purché si abbiano almeno cinque anni di partecipazione ad uno o più fondi pensione. L’iscritto può scegliere tra una delle seguenti opzioni:

  • Ricevere in rendita l’intera posizione maturata nel fondo: in questo modo riceverà una pensione integrativa per l’intero corso della propria vecchiaia.
  • Liquidare fino al 50% del capitale accumulato tutto in una volta. Il restante 50% sarà distribuito sotto forma di rendita.
  • Liquidare l’intero importo accumulato nel proprio fondo. Ciò significa che si riceverà l’intera somma tutta in una volta. Quest’opzione è disponibile solo in caso di montante accumulato esiguo (solo se il 70% del montante accumulato dà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale).

Quando è possibile chiedere un’anticipazione o un riscatto

Prima dell’età pensionabile, è possibile prelevare tutto o parte del capitale per far fronte a eventi inattesi. Si può ricevere un’anticipazione anche più di una volta, purché l’importo totale richiesto non superi il massimo erogabile.

Evento

Quando

Quanto

Tassazione

Spese sanitarie straordinarie per far fronte a “gravissime condizioni” (anche del coniuge o dei propri figli)

In qualsiasi momento

Fino al 75% del capitale accumulato

Tra il 9% e il 15% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare

Acquisto e ristrutturazione della prima casa (anche dei propri figli)

Dopo almeno 8 anni di partecipazione alla previdenza complementare

Fino al 75% del capitale accumulato

23%

Motivi personali o familiari

Dopo almeno 8 anni di partecipazione alla previdenza complementare

Fino al 30% del capitale accumulato

23%

Invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo o inoccupazione superiore ai 48 mesi, decesso dell’aderente

In qualsiasi momento

Fino al 100% del capitale accumulato

Tra il 9% e il 15% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare

Dimissioni o licenziamento

In qualsiasi momento

Fino al 100% del capitale accumulato

23%

Inoccupazione non inferiore a 12 mesi (e non superiore a 48 mesi), in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a mobilità o cassa integrazione guadagni

In qualsiasi momento

Fino al 50% del capitale accumulato

Tra il 9% e il 15% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare