Per millenni, l’uomo è stato affascinato dal fato, domandandosi se siamo veramente padroni del nostro destino oppure se tutto è già scritto e non siamo in grado di influenzare il futuro. Prendendo spunto dalla celebre frase “ognuno è artefice del proprio destino”, in questo articolo cercheremo di affrontare la questione utilizzando un approccio leggermente più scientifico (pur sottolineando che anche un punto di vista più scientifico ha degli inevitabili limiti legati alla difficoltà dell’argomento). Vedremo anche alcune strategie da adottare per prendere in mano il proprio destino ed avere un po’ più di controllo sulla nostra vita.
Ognuno è artefice del proprio destino: il passato e il presente
Almeno a partire dai tempi della Grecia antica, l’uomo si è interrogato su quanto controllo si possa avere sul proprio destino. Non è un caso che l’Odissea, uno dei poemi epici più famosi dell’epoca, narri la storia di un eroe preso in giro dal fato: Ulisse voleva tornare a casa dopo una lunga guerra e, invece, il destino lo porta in giro per il Mediterraneo per far fronte a svariate peripezie.
Anche il mondo romano è stato molto caratterizzato dalla filosofia dello stoicismo. Gli antichi stoici sostenevano l’importanza di evitare di desiderare cose terrene, come i soldi, il successo lavorativo oppure una famiglia amorevole. Infatti, ottenere queste cose è imprevedibile e il nostro successo terreno dipende da ciò che il destino ha in serbo per noi. Lo stoicismo ha influenzato molti personaggi importanti anche nei secoli successivi, come ad esempio Petrarca (autore del Canzoniere, scritto nel XIV secolo).
Anche in ambito religioso, non c’è sempre stato accordo su quale ruolo abbiano gli esseri umani nel determinare il proprio fato. Ad esempio, Calvino (XVI secolo) credeva nella cosiddetta doppia predestinazione, cioè che Dio non solo predestini alcune persone alla salvezza eterna, ma condanni anche tutte le altre persone alla dannazione. In altre parole, è Dio a decidere chi si salva e chi va all’inferno, non gli uomini con le loro azioni.
È principalmente in epoca “moderna”, con l’ascesa della borghesia prima e del capitalismo poi, che è venuta a dominare quasi totalmente l’idea che ognuno sia artefice del proprio destino. Non a caso, il sogno americano prende forma nella persona del self-made man, un imprenditore di successo che non deve dire grazie a nessuno, se non al proprio fiuto per gli affari.
L’importanza dei fattori socioeconomici
Ovviamente, è impossibile stabilire se effettivamente siamo tutti artefici del nostro destino. Da un punto di vista scientifico, molti economisti hanno cercato di fare luce su come l’ambiente che ci circonda influenzi le nostre scelte finanziarie come ad esempio comprare casa oppure investire in borsa.
Ad esempio, molti accademici si sono chiesti che cosa spinga la gente ad aprire la propria azienda e diventare imprenditori, magari segretamente sognando di superare Elon Musk nella classifica dei più ricchi del mondo. Secondo un articolo pubblicato sul Journal of Labour Economics nel 2015, non si tratta solamente di destino. Gli autori (Matthew J. Lindquist, Joeri Sol e Mirjam Van Praag) esaminano il perché genitori che sono imprenditori o partite iva tendono ad avere figli che fanno anch’essi gli imprenditori o i liberi professionisti. Sfruttando dei dati sulle adozioni in Svezia, lo studio mostra come l’imprenditorialità dei genitori aumenta la probabilità di imprenditorialità dei figli di circa il 60%. In particolare, sia i genitori biologici che quelli adottivi contribuiscono a questo effetto, ma i genitori adottivi sono due volte più importanti di quelli biologici.
Oltre ai genitori, quasi altrettanto importante è il ruolo delle altre persone che ci stanno accanto. Infatti, quando prendiamo le decisioni più importanti della nostra vita, veniamo (spesso inconsciamente) influenzati dalle persone con cui interagiamo tutti i giorni: famiglia, amici, colleghi, vicini e così via. Questi fenomeni prendono il nome di peer effects (effetti dei pari).
Il ruolo della genetica
Finora, abbiamo visto che – anche se fossimo effettivamente artefici del nostro destino – il fato sarebbe comunque importante: anche qualora esso non predetermini le nostre scelte, le influenza sicuramente tramite le persone che incontriamo lungo il percorso.
L’evidenza scientifica non si ferma però qui, ma va ancora oltre. Ad esempio, la scienza mostra come i nostri geni siano responsabili di moltissime malattie. I cosiddetti punteggi di rischio poligenico usano il DNA per predire l’arrivo di malattie gravi come il cancro o il Parkinson.
Inoltre, una metodologia simile è stata usata in economia per mostrare come i geni siano in grado di prevedere, ad esempio, quanti soldi avremo sul nostro conto corrente quando andremo in pensione.
L’importanza delle esperienze
Come possiamo essere artefici del nostro destino quando la nostra vita è definita dal caso? Come descritto prima, questo tipo di domanda attanaglia uomini e donne almeno sin dai tempi dell’antica Grecia.
La ricerca scientifica si è anche concentrata sul ruolo delle esperienze, mostrando come esse siano molto importanti per determinare il tipo di scelte che andremo ad effettuare. Vediamo alcuni tipi di eventi che influenzano le persone, a volte anche dopo decenni dagli avvenimenti:
- I disastri naturali rendono le persone più avverse al rischio (e dunque meno propense a prendere rischi nelle scelte lavorative o finanziarie, arrivando anche a non investire sui mercati azionari).
- Le crisi economiche, in particolare se testimoniate in gioventù, rendono l’uomo più pessimista e lo portano a risparmiare di più.
- Addirittura, il semplice testimoniare la chiusura di negozi nel proprio vicinato va ad influenzare cosa facciamo con i nostri soldi.
Come prendere in mano il proprio destino?
La scienza, quindi, fornisce vari elementi che suggeriscono come spesso non siamo totalmente artefici del nostro destino. Infatti, le persone sono fortemente influenzate dagli altri e da quello che accade attorno a loro.
Questo però non vuol dire che non si possa prendere in mano la propria vita e migliorare sé stessi.
Come fare? Fortunatamente, esistono tantissimi modi! Ecco alcuni esempi:
- Leggere, così da allenare le capacità logiche e proteggersi dall’invecchiamento della propria mente.
- Fare sport, per tenersi in forma e poter vivere a meglio.
- Viaggiare, per capire chi siamo e conoscere culture diverse.
- Trasferirsi all’estero, per ricominciare da capo.
- Iniziare un nuovo hobby, per conoscere nuove persone.
- Cambiare la propria dieta, così da sentirsi meglio e poter fare scelte più salutari.
- Smettere di fumare, forse una delle azioni più efficaci per aumentare la propria aspettativa di vita e migliorarne la qualità
- Ed infine trovare un amico, che in una società sempre più isolata equivale davvero a trovare un tesoro.
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