La piramide demografica e la sostenibilità delle pensioni in Italia

La piramide demografica e la sostenibilità delle pensioni in Italia

Che rapporto hanno la demografia e la scelta individuale di risparmiare i propri soldi? Nel breve termine probabilmente quasi nessuno, ma—come vedremo—le tendenze demografiche di lungo periodo dovrebbero influenzare le scelte che facciamo oggi.

I principali tipi di sistemi pensionistici nel mondo

Ogni paese tende ad avere un proprio sistema pensionistico unico e differente da tutti gli altri paesi. Basti pensare che, anche all’interno dell’Unione Europea, ogni stato membro determina a quale età si può andare in pensione.

Per fare un po’ di chiarezza su questo argomento, nel 1994 la Banca Mondiale (World Bank) ha proposto una classificazione dei sistemi pensionistici basata su tre pilastri:

  1. un sistema pubblico a partecipazione obbligatoria finalizzato a ridurre la povertà tra gli anziani;
  2. un sistema di risparmio obbligatorio a gestione privata;
  3. un sistema di risparmio volontario.

Successivamente si sono anche aggiunti:

  • il pilastro zero, cioè una pensione base per ridurre la povertà (assistenza sociale);
  • ed infine il quarto pilastro, cioè il supporto familiare, la sanità, l’accesso ad una varietà di strumenti finanziari e non finanziari e più in generale il prolungamento della vita lavorativa, soprattutto a tempo parziale, per integrare il reddito dei primi tre pilastri.

Il sistema previdenziale in Italia

Quello che normalmente chiamiamo “pensione” è semplicemente il sistema pensionistico pubblico, il quale—detto in parole forse troppo semplici—usa le tasse dei lavoratori di oggi per pagare coloro che hanno già lavorato nel passato.

Oltre che su questo primo pilastro, il sistema previdenziale italiano si basa anche sui fondi pensione e sui piani individuali pensionistici. La principale differenza fra queste due ulteriori componenti è che i fondi pensione sono spesso legati al proprio impiego, mentre i piani individuali pensionistici sono un tipo di assicurazione con finalità pensionistiche che può essere sottoscritto da chiunque.

Nella nostra analisi andiamo a concentrarci esclusivamente sul sistema pensionistico pubblico, che interessa tutti i lavoratori in Italia e rappresenta la più importante fonte di risorse per gli anziani (circa il 65% per un italiano medio, secondo stime OCSE).

Ci sono due sistemi per finanziare le prestazioni pensionistiche. Nel metodo a capitalizzazione, le trattenute dei lavoratori vengono messe da parte e lasciate capitalizzare, cioè a maturare gli interessi. Al contrario, nel metodo a ripartizione, le trattenute servono per pagare chi è già in pensione.

In Italia si usa il secondo metodo. La sostenibilità del sistema dipende dunque dalla proporzione fra lavoratori e pensionati: tenendo costante il numero di lavoratori, più anziani ci sono e più è difficile pagare tutte le loro pensioni.

Che cos’è la piramide demografica?

Per farsi un’idea di come si svilupperà la sostenibilità del sistema pensionistico italiano, introduciamo ora il concetto di piramide demografica. Questa piramide è una rappresentazione grafica per descrivere la distribuzione per età di una popolazione. Nella figura sotto, vediamo la situazione dell’Italia nel 1970: con un po’ di fantasia, il grafico effettivamente ricorda una piramide! A livello pensionistico, questo vuol dire che la massa della piramide lavora e supporta un numero limitato di anziani.

Più in generale, le pensioni moderne sono quasi tutte nate nel corso del XX secolo, in un periodo in cui gran parte la popolazione del mondo occidentale stava crescendo a un ritmo sostenuto. A causa di questa crescita della popolazione, le generazioni giovani sono più numerose delle generazioni anziane e la piramide demografica sembra effettivamente una piramide.

Ovviamente, la popolazione di uno stato non può crescere per sempre ed infatti la popolazione italiana ha smesso di aumentare ed oggi le generazioni più rappresentate sono fra i 45 ed i 59 anni, come si vede dell’attuale priamide demografica del nostro paese.

Ma se in Italia si fanno pochi figli e la popolazione pian piano diminuisce, questo vuol dire che, nell’arco di cinquant’anni l’Italia sarà un paese con un’età media molto elevata. Questo risulta evidente nel prossimo grafico, che descrive la popolazione italiana nel 2070.

Le pensioni pubbliche in Italia: cosa ci riserva il futuro?

Abbiamo appena visto che l’Italia diventerà un paese sempre più vecchio. Allo stesso tempo, come detto, il metodo a ripartizione fa sì che la sostenibilità del sistema pensionistico dipenda dalla proporzione fra lavoratori e pensionati: non ci possono essere pochi lavoratori e tanti pensionati.

Che cosa ci riserverà il futuro? Non è mai facile fare previsioni di lungo periodo: magari nel 2070 staremo tutti vivendo su Marte! Quello che però appare più probabile (almeno per la parte di popolazione che non si chiama Elon Musk), è che il sistema pensionistico italiano diventerà sempre meno sostenibile per le casse dello Stato: i cittadini dovranno lavorare più a lungo e, probabilmente, riceveranno pensioni minori rispetto alle generazioni precedenti.

In conclusione, alla luce di quanto discusso finora, si sottolinea l’importanza di considerare le tendenze demografiche di lungo periodo quando si sceglie se fare affidamento solamente sul sistema pensionistico pubblico.