Lavori del futuro: alla scoperta della creator economy

Creator economy

L’era Covid ha accelerato la transizione verso il lavoro da remoto ed è probabile che anche dopo la pandemia molte persone continueranno a lavorare con un modello ibrido (qualche giorno da casa e qualche giorno in ufficio). Si tratta però di una tendenza che ha radici più profonde, che precedono il Covid. Tutto nasce da un cambiamento generazionale nella forza lavoro, che porta con sé preferenze e abitudini diverse.

La generazione dei millennials (nati tra il 1981 ed il 1996) dà molta importanza alla flessibilità sul lavoro e all’indipendenza, cosa a cui le generazioni precedenti davano meno peso. Inoltre, per molti giovani non basta avere un buon lavoro con buone prospettive di carriera per essere soddisfatti. Il lavoro svolto deve prima di tutto gratificare e l’azienda deve essere in linea con i propri valori. Questa è una delle ragioni per cui sempre più persone cercano di trasformare le loro passioni in un lavoro vero e proprio che possa liberarle dal lavoro dipendente.

Grazie a piattaforme social come YouTube, Instagram, TikTok e Twitter, chiunque oggi può raggiungere un’audience di milioni di persone condividendo i propri interessi. Questi influencer, o content creators, monetizzano i loro followers attraverso la creator economy.

Cos’è la creator economy?

La creator economy è un termine nato negli ultimi anni per identificare tutto il business che ruota attorno ai content creators indipendenti. Questo termine viene usato non solo per indicare le attività degli influencer ma anche tutte quelle attività ad essi collegate, come ad esempio i software per monetizzare i followers (ad esempio Patreon), o gli strumenti per fare marketing.

Nel 2021 la creator economy ha ricevuto finanziamenti privati per un importo record di ben $1,3 miliardi.

Chi sono i content creators?

Un content creator, o creatore di contenuti, è una persona che produce informazioni scritte, audio o video su piattaforme come i social media o su un blog personale. In passato, i personaggi famosi ed influenti avevano bisogno di canali di comunicazione, come televisione o giornali, per raggiungere la propria audience. Oggi, internet dà la possibilità ai content creator di raggiungere i propri followers direttamente, senza nessun intermediario. Questo gli permette di essere più liberi di dire ciò che pensano, senza timore di essere censurati.

I cosiddetti “contenuti” possono essere di vario tipo. Infatti, il contenuto potrebbe essere un video su TikTok, un podcast, o un articolo scritto su un blog. I content creators creano contenuti che possano attirare la propria audience e generare una risposta positiva, ad esempio un like, un click o anche la vendita di un prodotto.

Tra i più famosi content creators italiani ci sono Chiara Ferragni (Instagram), Marco Montemagno (YouTube) e Khaby Lame (TikTok).

Quanti content creators esistono?

Una ricerca di un fondo d’investimenti americano stima che nel mondo ci siano circa 50 milioni di content creators, tra cui due milioni che fanno di questa attività la loro occupazione a tempo pieno. Vediamo quali sono i canali con il più alto numero di content creators professionisti:

  1. YouTube: 1.000.000
  2. Instagram: 500.000
  3. Twitch: 300.000

Tra coloro che lo fanno part-time o come passatempo, ce ne sono ben 30 milioni su Instagram, 12 milioni su YouTube e 3 milioni su Twitch.

Oggi molti giovani vorrebbero diventare influencer per parlare al mondo delle proprie passioni. I risultati di un sondaggio americano mostrano che il 29% dei ragazzini sogna di diventare famoso su YouTube da grande, mentre solo l’11% sogna di diventare un astronauta.

Come guadagna un content creator?

I content creators hanno tante frecce al proprio arco per monetizzare (o far fruttare) i propri contenuti. Le partnership con le aziende che desiderano pubblicizzare i loro prodotti (il cosiddetto product placement) sono la fonte principale di fatturato. Vediamo alcune delle altre fonti di guadagno, che variano in base al tipo di contenuto prodotto:

  • Pubblicità (spot pubblicitari durante un video o un podcast)
  • Vendita di prodotti attraverso il proprio brand
  • Link affiliati
  • Mance e donazioni (attraverso Patreon)
  • Corsi a pagamento
  • Iscrizioni a pagamento

Le piattaforme social dipendono dai content creators: nessuno aprirebbe l’app di Instagram se non ci fossero foto e video sempre nuovi. Questo crea una competizione tra aziende come Instagram e TikTok per attirare sulle loro app i content creators più celebri e creativi, prima ancora degli utenti. Per ogni euro di fatturato pubblicitario generato da un contenuto su Instagram, l’app ne paga una parte all’influencer e trattiene il resto. Per cercare di trattenere una quota maggiore del fatturato generato, i content creator oggi hanno delle alternative, come ad esempio:

  • Trasferire i follower al di fuori dai social media, ad esempio sul proprio sito
  • Fondare un’azienda per far crescere il proprio brand e vendere prodotti