Lavorare in una startup nella Silicon Valley

Lavorare in una startup nella Silicon Valley

La Silicon Valley è sinonimo di innovazione e tecnologia. Infatti, proprio in quella valle californiana qualche kilometro a sud di San Francisco sono nate molte delle più grandi aziende tecnologiche al mondo, come Apple, Google e Facebook.

Negli ultimi decenni ci sono stati due periodi d’oro nella Silicon Valley. Il primo, iniziato negli anni Novanta, culminò con lo scoppio della bolla delle aziende online nel 2000, quando molte di queste aziende fallirono (la famosa dot-com bubble). Alcune delle aziende nate durante quel periodo sono Amazon, Google e PayPal. Il secondo ciclo iniziò dopo la crisi finanziaria del 2008 e – secondo molti – si concluse nel 2022, anno in cui la Federal Reserve iniziò ad aumentare i tassi d’interesse, in pratica riducendo la disponibilità di capitale per le startup. Alcune delle più famose aziende nate durante questo ciclo di circa quindici anni sono AirBnB, Uber ed Instagram.

Ma com’è lavorare in una startup tecnologica? E quali sono le principali differenze rispetto a lavorare in un’azienda tradizionale? In questo articolo racconto la mia esperienza da Postmates, una delle startup più famose degli ultimi dieci anni a San Francisco.

Postmates: l’app che consegna cibo dai ristoranti

Postmates è stata una delle prime app di consegna di cibo a domicilio negli Stati Uniti. Fondata nel 2011 a San Francisco, in pochi anni si è affermata come una delle startup più in crescita e ha raccolto oltre un miliardo di dollari in capitali da fondi di venture capital di alto profilo, come il Founders Fund e Tiger Global.

Mentre per molti settori dell’economia i lockdown del 2020 hanno causato un crollo del fatturato, per il settore delle consegne a domicilio il Covid ha rappresentato un periodo di crescita senza precedenti. Infatti, dato che non era possibile cenare fuori, l’unica alternativa era ordinare tramite una di queste app e ricevere un pasto a domicilio.

Cosa ho imparato lavorando in una startup

Dopo aver lavorato per un paio d’anni in una grande banca a San Francisco, nel 2019 decisi di andare a lavorare da Postmates nel team di finanza aziendale. Venendo da una banca molto grande e solida, andare a lavorare in una startup in un settore altamente competitivo come quello delle consegne era un po’ come fare un salto nel buio. Un fattore che probabilmente ha inciso sulla mia decisione era l’ottimo stato di salute dell’economia e l’euforia (col senno di poi un po’ eccessiva) che ruotava attorno alle startup tecnologiche.

Lavorando in una startup è possibile avere un impatto che va al di là del proprio ruolo. Ad esempio, nei miei primi mesi da Postmates iniziai a fare delle consegne di cibo in bicicletta nel tempo libero. Ad ogni nuovo assunto veniva consigliato di farne almeno una per comprendere meglio come funzionava l’app, ma non molti lo facevano. Dopo aver completato qualche decina di consegne scrissi un resoconto della mia esperienza con consigli per come migliorare l’app e lo condivisi con il team che si occupava di sviluppare l’app. Grazie ai miei consigli vennero fatte delle modifiche nell’app per renderla più facile da usare. Il morale di questa storia è che in un’azienda piccola è possibile andare oltre le responsabilità del proprio ruolo ed avere un impatto maggiore rispetto a quello che si può avere in una grande azienda.

In una startup tutto si muove molto velocemente e c’è meno gerarchia aziendale. Nella primavera del 2020, qualche mese dopo l’inizio del Covid, iniziammo a preparare l’azienda per essere quotata in borsa. Si trattava del momento ideale per andare in borsa: il mercato azionario si stava riprendendo velocemente dopo il crollo di inizio 2020 dovuto al Covid e marciava verso nuovi picchi, soprattutto il settore tecnologico. Inoltre, l’azienda – ancora in perdita – aveva disperatamente bisogno di un’iniezione di nuovi capitali per continuare ad operare. Dato che il team di finanza era abbastanza piccolo, ho avuto un ruolo centrale in questo progetto, lavorando con i leader dell’azienda, le banche d’investimento e gli avvocati. Alla fine, quando mancava pochissimo alla quotazione in borsa, Postmates venne acquisita da una delle principali concorrenti: Uber. Questo tipo di opportunità difficilmente capitano a un giovane in una grande azienda, dato che i team tendono ad essere molto più grandi e strutturati.

Vantaggi di lavorare in una startup

Lavorare in una startup può avere dei vantaggi e degli svantaggi rispetto a lavorare in una grande azienda. Vediamo quali sono alcuni dei vantaggi, pur sapendo che ogni startup è diversa.

  • Opportunità di andare oltre il proprio ruolo: la possibilità di svolgere non solo le mansioni del proprio ruolo, ma anche di collaborare o guidare altri progetti che possono avere un impatto positivo sull’azienda.
  • Fare carriera più in fretta: quando un’azienda cresce velocemente, è probabile che si apriranno molte opportunità per i suoi dipendenti.
  • Possibilità di guadagnare tanti soldi: molte startup pagano una parte degli stipendi dei propri dipendenti in azioni dell’azienda, in modo da allineare gli interessi del dipendente con quelli dell’azienda. Se si è fortunati e si sceglie la startup giusta, dopo qualche anno ci si può ritrovare con un tesoro di svariati milioni.
  • Ambiente dinamico e stimolante: una delle cose che rende le startup molto attraenti, soprattutto per i giovani, è l’ambiente di lavoro meno formale e più divertente rispetto alle aziende più mature.

Rischi e svantaggi di lavorare in una startup

Bisogna essere consapevoli però che lavorare in una startup comporta anche alcuni rischi e aspetti negativi che non vanno sottovalutati, ad esempio:

  • Rischio di perdere il lavoro: le startup hanno un’alta probabilità di fallire, soprattutto quando si trovano nelle fasi iniziali di vita. Se la startup fallisce, i suoi dipendenti perdono il lavoro.
  • Lunghe giornate di lavoro: per competere con aziende più grandi e meglio capitalizzate, le startup hanno bisogno di dipendenti disposti a dare tutto per la causa. Questo talvolta si traduce in settimane lavorative che possono arrivare anche a 80 o 100 ore, come si legge nel libro “The Founders”, che racconta la storia di PayPal.
  • Stipendi più bassi: spesso le startup non hanno molto denaro. Per questo motivo pagano parte degli stipendi in azioni o opzioni, che hanno valore solo se l’azienda continua a crescere in futuro. La parte di stipendio in contante è spesso inferiore rispetto a quanto si può ottenere da un ruolo simile in un’azienda più grande.
  • È difficile passare da una startup ad una grande azienda: se dopo aver lavorato per una startup ti fossi accorto che non fa al caso tuo, potresti avere difficoltà a trovare lavoro in una grande azienda. La ragione è semplice: le aziende preferiscono assumere personale che viene da altre aziende che conoscono. Questo significa che le tue opportunità di lavoro successive potrebbero essere limitate ad altre startup o ad aziende non di prima scelta.