Uber è diventata famosa per aver trasformato la mobilità urbana in tutto il mondo. Per questo motivo, in tanti paesi ha trovato molta resistenza da parte del settore dei tassisti, che vedono Uber come una minaccia per la loro sopravvivenza.
Oggi Uber è presente in oltre 70 paesi in tutti i continenti. Oltre al business principale della mobilità (taxi, monopattini, bici, etc.), Uber oggi è conosciuta in Italia soprattutto per Uber Eats, l’app per la consegna di cibo dai ristoranti.
In questo articolo andiamo a scoprire il modello di business di questa azienda tecnologica americana.
Uber: da San Francisco alla conquista dal mondo
Uber venne fondata nel 2009 a San Francisco da Travis Kalanick e Garrett Camp. L’idea venne a Camp una sera in cui, cercando di tornare a casa, ebbe difficoltà a trovare un taxi. Da quel momento iniziò ad immaginare un’app che ti permetta di prenotare una corsa con un paio di click e di riceverla in pochi minuti. Uber ebbe un successo immediato, anche se trovò (e continua a trovare) opposizione da tassisti ed autorità che reputano illegali alcuni dei suoi servizi.
Uber non assume gli autisti come dipendenti. Infatti, per guidare o consegnare cibo con Uber serve aprire una partita IVA. Il fatto di non essere lavoratori dipendenti ha dei pro (orari flessibili, può essere usato come lavoretto per arrotondare) e dei contro (meno stabilità e garanzie). Negli anni, la classificazione degli autisti è stata la causa di molte battaglie legali per Uber in tutto il mondo.
Dopo aver ottenuto svariati miliardi di dollari in finanziamenti da investitori privati e venture capitalist per diversi anni, nel 2019 Uber è stata quotata in borsa al New York Stock Exchange.
Il modello di business di Uber
Il modello di business di Uber (taxi) e di Uber Eats è abbastanza simile. In entrambi i casi, Uber fa da intermediario, mettendo a disposizione la propria piattaforma per far incontrare domanda e offerta. Per questo servizio Uber si fa pagare delle commissioni.
Nel business dei taxi, Uber mette in contatto i clienti con gli autisti. La commissione di Uber oscilla tra il 25% ed il 30% del prezzo pagato dal cliente mentre il resto va all’autista. La commissione di Uber serve a coprire i costi assicurativi della corsa e tutti i costi operativi dell’azienda. L’autista è invece responsabile per la benzina e la manutenzione dell’automobile.
Uber Eats è un business più complesso, in quanto Uber mette in contatto tre parti invece che due: cliente, ristorante e fattorino. Uber si fa pagare delle commissioni sia dal cliente che dal ristorante:
- Il cliente paga una commissione di consegna ed una commissione di circa il 10% del valore dell’ordine.
- Il ristorante invece paga tra il 15% ed il 30% del valore dell’ordine.
Con queste commissioni Uber paga il fattorino e trattiene il resto.
Ad esempio, supponiamo che Francesca ordini delle pizze per un valore complessivo di €30. Francesca pagherà in totale circa €34 (€30 + €1 per commissione di consegna + €3 per commissione sull’ordine). Il ristorante riceverà da Uber tra €21 e €25,50. Il resto viene trattenuto da Uber. In totale Uber riceve €4 dal cliente e €4,50 – €9 dal ristorante. Dopo aver pagato il fattorino Uber trattiene ciò che resta.
In generale, si tratta di margini di profitto molto bassi. Ad oltre 10 anni dalla sua fondazione, Uber non ha ancora mai generato utili, a causa di un mercato molto competitivo con concorrenti agguerriti. Nel terzo trimestre del 2021, Uber ha ottenuto un EBITDA positivo per la prima volta, segnalando che i conti stanno migliorando.
Il futuro di Uber Eats: spesa, alcolici e medicine a domicilio
Mentre il business dei taxi ha sofferto moltissimo per i lockdown e le restrizioni durante la pandemia, Uber Eats ha avuto una crescita esponenziale. È ancora presto per dire se si tratta di un fenomeno che andrà via alla fine della pandemia o se invece l’abitudine di ordinare a domicilio sia ormai parte delle nostre vite. Uber spera che la pigrizia ci spinga a continuare ad ordinare frequentemente in futuro e, per questo si sta espandendo nella consegna da supermercati, farmacie e negozi di ogni genere.
L’obiettivo dell’azienda è di essere in grado di consegnare qualsiasi cosa entro un’ora e di diventare una sorta di Amazon del commercio locale.
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